di Vittorio Zucconi
Esperienze drammatiche del terremoto e dello tsunami che hanno colpito il Giappone. Ora si ha paura delle radiazioni delle centrali nucleari colpite dal sisma (= terremoto)
IN FILA PER TRE
"Terremoto, bambini" annuncia la voce dell'insegnante, come se annunciasse "compito in classe" o "merenda". Duecento alunni, fra la prima elementare e la quinta, si muovono tutti insieme. Salgono le scale, raggiungono il tetto piatto seguendo l'insegnante, si dispongono nello stesso ordine che avevano in classe, quelli della prima con quelli della prima, la seconda con la seconda, i maschi da una parte con le loro camicine bianche su calzoni blu, le femmine con le loro gonne obbligatoriamente plissettate e le calzette bianche dentro le pianelle. Gli insegnanti li fanno cantare, a turno. I più grandi ripassano un po' di matematica e di lettura dei "kanji", degli ideogrammi. Sotto di loro la lava sale, porta automobili, barche, pali della luce, masserizie quasi al livello del tetto, che è ad appena dieci metri di altezza, la stessa del muro iniziale venuto dall'oceano. Resteranno per sette ore sul tetto piatto, a cantare, a ripassare, a farsi i dispetti, fino all'arrivo degli elicotteri militari che poggeranno sul tetto e li porteranno via, tutti.
Naturalmente prima la prima, poi la seconda.... ultime le maestre.
NEL REGNO MAGICO
Topolino ha fatto la sua parte, e come non avrebbe potuto, lui così coraggioso, così altruista. C'erano 25 mila visitatori nella "Disneyland" di Urayasu a nord di Tokyo quando le guglie del "Regno Magico" hanno oscillato e i carrelli degli otto volanti si sono fermati automaticamente. Nella città dei divertimenti non mancavano né cibo, né acqua, né generatori, né edifici rimasti in piedi.
Venticinque mila persone, più gli impiegati, con dodici mila bambini stanno vivendo un sogno che potrebbe essere un incubo o viceversa: da due giorni abitano la città della fantasia, mangiando e dormendo a spese del Topo, in attesa che i trasporti pubblici ripartano e che possano tutti tornare a casa, se ancora hanno una casa. Ma molti bambini non hanno voluto dormire dentro la Casa dei Fantasmi.
LA DERIVA DELLE COSE
Satoshi Sakada di Fukushima ha visto tutto da una pianta, sulla quale si era arrampicato. Ha visto la sua casa, classico due piani con giardinetto, tra i rami di quell'albero che le foto ritraggono come l'unica cosa ancora in piedi sopra quella colata di cose e di liquame. "Mi sono visto passare davanti il televisore, che galleggiava come una tavola da surf, poi il frigorifero, poi il letto, poi la macchina, poi i tavoli e le sedie che mi scorrevano sotto i piedi mentre l'albero ballava. Era la mia vita che mi passava via davanti". Stranamente, Satoshi ha visto la deriva delle cose, ma non delle persone. "Non ho visto passare la mia famiglia, ma doveva essere sotto quella lava, o ancora dentro la casa aggrappata a qualcosa, quando l'acqua ha portato via anche quella".
TANTE SCUSE
Chusei Sato guarda la melma nera che ha inghiottito le sue risaie, coltivate da quando aveva 20 anni, 41 anni or sono. "Tutto finito, mi scusi tanto. La terra non potrà mai più tornare come prima. Mi scusi". È il proprietario di tanti di quei campi e di quelle serre ordinatissime che abbiamo visto risucchiate dall'avanzare della marea immonda.
La vide quando era a 200 metri dalla sua casa e gli sembrò lentissima, perché il fronte dell'acqua doveva prima entrare in avvallamento e poi risalire.
Quando si decise a correre fuori, a tentate di raggiungere un cocuzzolo non era troppo tardi per lui, ma per la sua famiglia. "Credo che l'acqua abbia inghiottito mia moglie e mio figlio, mi scusi".
Tratto da http://www.larepubblica.it/ del 13 marzo 2011
Mi dispiace moltissimissimissimo, sono tutte storie tristissime. Mi ha catturato di più la prima storia, quella della scuola, mi sorprende come abbiano reagito alla notizia del terremoto e dello tsunami, sembrava che fosse una cosa che accadesse quotidianamente, io sarei andato nel panico e avrei pianto fino al giorno dopo!Mi hanno interessato molto le parole con cui, nella terza storia, Satoshi Sakada (Spero di averlo scritto bene) dice che in quel momento gli sta passando davanti la sua vita intera, ma non la sua famiglia.La cosa che mi ha fatto più commuovere di tutte è nella quarta storia, la frase che Chusei Sato(Spero di aver scritto beneanche questo)dice:<>.
RispondiEliminaCiao, spero che anche voi condividiate questo dispiacere.CIAO A TUTTI!
Bravo, Marco, hai colto un aspetto importante del popolo giapponese: loro, infatti, sono "addestrati" all'eventualità del terremoto, in quanto si trovano in una zona altamente sismica; anche le abitazioni sono costruite con sistemi antisismici. In effetti, i veri danni li ha provocati lo tsunami, non il terremoto.
RispondiEliminaSalve a tutti,
RispondiEliminaio mi dichiaro in lutto,
sono angosciata da questa situazione, al telegiornale si sente solo notizie di morte.
Ho sentito che quelle brave persone, che stanno cercando di rafreddare il reattore nucleare, sono stati considerati eroi nazionali, perchè stanno cercando di fare tutto il possibile, ma sanno che sono destinati a morire.
Credo che ormai, abbiate capito che sono innamorata della cultura giapponese.
Anche se non sono mai stata in Giappone, mi sento collegata alla loro società, allo loro cultura. Tutto ciò che è il Giappone, è affascinante.
Tutto per loro è una cerimonia, sanno rendere una qualsiasi cosa speciale. persino il momento di fare la doccia.
Io mi auguro che questa situazione si risolvi al più presto. Non voglio che ci siano altri morti!
Comunque anch'io sono colpita dal comportamento di quei bambini.
Ma comumque i giapponesi hanno uno strano modo di vedere la vita.
Grazie per aver letto.
Giulia Casamenti
Sì, Giulia. Il loro comportamento è dignitoso, questa è la parola giusta da utilizzare.
RispondiEliminaQuello che chiami "uno strano modo di vedere la vita", forse, si riferisce alla loro apparente indifferenza durante l'evacuazione. Ciò dipende dal fatto che sono addestrati a questo tipo di situazioni, in quanto il Giappone è una zona sismica. Questo non vuol dire che non soffrano, anzi...
Penso che noi esseri umani nulla possiamo contro la forza della natura,ma in questo caso i Giapponesi hanno vinto il terremoto!Ma sullo tsunami hanno perso,mi chiedo come si fa a combattere un muro d'acqua.
RispondiEliminaLa cosa triste è che questa loro vittoria è stata possibile perchè in passato come ora hanno vissuto momenti di grandi tragedie,ma ora sono più forti basta pensare che un terremoto di così grande grandezza a vrebbe raso al suolo mezza italia.
Il poster è toccante tutto,dall'insegnante,ai bambini,dalla figura del banbino sull'albero....
e ancora più toccante sono i video visti al tg,noi da casa guardiamo,ma se fossi io su quell'albero sono sicuro che rimarrei sconvolto per molto tempo,invece ho letto anch'io che questi bambini vengono addestrati fin dalla prima elementare.
Questo popolo è ammirevole,si rimbocca le maniche e riesce a reagire con compostezza a queste tragedie e si è preparato con grande serietà ai terremoti al contrario del nostro paese.
Concludo scrivendo una cosa che ho letto:
Ora sappiamo come reagisce un giapponese di fronte a un terremoto:
se è in piedi si siede,se è seduto si alza in piedi.Se ha un tavolino davanti lo regge con una mano,se è in salotto accende una videocamera.........................
Thomas, hai scritto parole significative sul popolo giapponese, parole che derivano da chi legge e si informa, e hai descritto bene cosa c'è in fondo alla tua anima. Davvero bravo.
RispondiEliminaAnch’io ho ascoltato e letto di questa terribile tragedia.
RispondiEliminaUn esperto di quel paese raccontava come la gente si riforniva al supermercato prendendo SOLO quello che gli serviva e senza pagarlo. I proprietari dei supermercati sanno che appena ci sarà la possibilità questa gente tornerà e salderà il proprio debito perché il popolo giapponese ha una cultura collettiva e non individuale.
Per quanto riguarda le centrali nucleari ho letto che una cinquantina di tecnici, a rischio della vita, stanno lavorando per raffreddare gli impianti pompando acqua dal mare.
Questo fatto mi ha colpito perché come dice l’autore dell’ articolo “l’uomo torna a strumenti antichi quando la tecnologia avanzata gli sfugge di mano”.
In Giappone la popolazione si è sempre dichiarata contraria al nucleare ma la realtà è fatta di milioni di giapponesi che oggi hanno l’incubo di essere contaminati.
Leggo: “Soffrono in silenzio, rispettando le regole, tenendo pronto il loro zainetto d’ emergenza e tenendosi pronti alla catastrofe, ma senza panico e senza prendersela, come forse dovrebbero con il governo o altre autorità”.
Mi sento molto vicino a tutte queste persone che stanno soffrendo.
Come molti di voi sono rimasta molto colpita dal comportamento dei bambini e degli insegnanti durante il terremoto.
RispondiEliminaDalla loro reazione sembrava vivessero queste situazioni quotidianamente e,probabilmente, noi non ci saremmo MAI messi a ripassare sul tetto della scuola, ma saremmo andati nel panico!!
Della quarta storia mi ha incuriosito un'espressione particolare di Chusei Stato, cioè alla fine di ogni frase eclama al giornalista : MI SCUSI.
Quest'espressione la utilizza per esprimere rispetto o ha un altro significato in particolare??
Inoltre volevo dire che, come ne ha già parlato Nicolò, noi italiani se avessimo avuto la possibilità di prendere prodotti gratuitamente al supermercato, non avremmo preso solamente ciò che ci era necessario, ma dopo le prime 50 persone all'interno del supermercato non ci sarebbe stato più nulla!!
CIAO A TUTTI!!!
Nicolò e Asia, avete scritto dei commenti eccellenti e avete colpito nel segno dei significati. Dal popolo giapponese dovremmo imparare tutti, a partire dalla loro cultura, come dice Nicolò, collettiva (e non individuale come la nostra, dove ognuno pensa solo a sè e non pensa mai alle conseguenze delle proprie azioni sugli altri) e, come dice Asia, dalla loro compostezza, gentilezza, anche nella tragedia più grande ("mi scusi"); noi invece il dolore siamo abituati a "gridarlo", anzi, se non lo gridi, la gente pensa che tu non soffra abbastanza.
RispondiEliminaBravi.
www.marinando.info per chi vuole leggere i 15 finalisti della prima fase del concorso teatro
RispondiEliminaciao
RispondiEliminami dispiace moltissimo anche a me .SONO stati coraggi0si i ragazzi e le maestre e non hanno perso il controllo su una situazione così.Comunque se succedeva una cosa del genere con me io avrei perso la vita.WITH YOU JAPAN!!!!!!!!!!!! CIAOOO
Anche a me hanno molto colpito le storie del post soprattutto quella in cui i bambini ubbidiscono a quello che dice la maestra anche davanti ad eventi così tragici... noi non ubbidiamo ai prof. neanche in classe figurarsi con il terremoto e lo tsunami!!!
RispondiEliminaAmmiro molto i giapponesi e la loro cultura perchè hanno capito che vivere bene con gli altri significa non fregare, obbedire... insomma rispettare le regole!
Ammiro anche gli uomini che ora stanno rischiando la loro vita per non farla rischiare agli altri... Comunque gli approfittatori non sono solo in Italia ma in tutto il Mondo.
Proff lei ha scritto che il comportamento dei giapponesi è dignitoso e sono daccordo,però è una dignità troppo rigida.Perchè nacondere i propri sentimenti,quando da noi viene il terremoto mi sembra giusto che la popolazione abbia paura e vada nel caos.Nel guardare il tg è più normale vedere persone spaventate che persone che continuano tranquillamente a lavorare,fa uno strano effetto.
RispondiEliminaAlcuni di noi hanno scritto che ammirano la cultura giapponese,io li rispetto e non conosco a fondo la loro cultura,però ho letto cose che mi hanno lasciato un pò perplesso.
Ad esempio l'istruzione da loro è molto rigida sin dall'asilo,ho letto:"fermo,con le mani sulle ginocchia,la schiena dritta,il piccolo giapponese si abitua a occupare poco spazio e a controllare i propri movimenti....".Questo non è essere bambini,sono bambini ammmaestrati e ciò da vita a una società priva di desideri e di ribellione...........
Ciò che ho letto è ciò che ho riportato e se questo è vero,mi lascia un pò così.....
Concludo dicendo che va bene così perchè è giusto che ogni popolo abbia la propria cultura e tradizione.
Thomas, hai ragione se ti riferisci all'esempio da te riportato. In ogni cultura ci sono esagerazioni e di certo hai ragione quando dici che si tratta di un eccesso. Ma la cultura giapponese non è soltanto questo, come gli studenti italiani non sono solo ignoranti e maleducati come vengono descritti all'estero.
RispondiEliminaSulla questione della manifestazione della paura, non intendevo dire che chi la manifesta, soprattutto la popolazione dell'Abruzzo che ha subito il terremoto, sbaglia. Intendevo solo elogiare la loro compostezza in confronto ad alcune "nostre" manifestazioni di disperazione per cause meno gravi (non certo il terremoto).
Bravo Thomas, mi piace che tu abbia opinioni e ti ponga delle domande, questo sì che è un vero dialogo.