sabato 27 novembre 2010

Vampiri, magia, amore eterno: i ragazzi preferiscono la fantasia?

Nella scelta dei film e dei libri, i teenager preferiscono il genere fantasy. Ma perché?
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I dati delle vendite dei libri e i botteghini del cinema parlano chiaro: i ragazzi (ma non solo) sono pazzi per il fantasy. Con questo nome si indica quel genere che raccoglie le favole e le storie di fantasia, popolate dai personaggi che abbiamo imparato ad amare in questi anni: vampiri bellissimi, selvaggi lupi mannari, maghi, streghe…Ma qual è il segreto di questo successo?
A dare il via a questa tendenza è stata sicuramente la Harry Potter mania, esplosa qualche anno fa con i libri e poi con i film dedicati alla saga. Ma come dimenticare l’enorme successo di Twilight, New Moon e Eclipse (il cui film uscirà al cinema il 30 giugno). E ora nuovi best seller stanno arrivando: il racconto di fate Wings (di cui abbiamo già parlato: leggete tutto qui Wings: e se Miley Cyrus diventasse una fata?) e il romanzo Fallen, storia di amore e angeli immortali.

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Una volta il genere fantasy era considerato una cosa da bambini, un po’ come le favole. Ma oggi appare decisamente evoluto verso un pubblico di ragazzi. Basta pensare alle storie d’amore, che in questi libri o film sono sempre romantiche, avventurose e assolute. Inoltre il fantasy indaga spesso temi tipici dell’adolescenza, come l’amicizia, il tradimento, la famiglia, il conflitto.

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Secondo gli esperti è proprio questo uno degli ingredienti segreti del successo del genere di fantasia. In esso infatti ritroviamo tematiche importanti della vita dei ragazzi e delle ragazze, come la crescita, il cambiamento, il dolore, l’amore. Questi temi sono mescolati con personaggi, ambientazioni e vicende fantastiche che sono legate all’immaginario dell’infanzia. Si tratta, insomma, di affrontare la vita in un modo più “magico”, a metà strada tra realtà e immaginazione, mondo adulto e infantile. Un mix che per molti punti è simile all’adolescenza stessa.

E voi, cosa ne pensate? Anche voi siete affascinati da questo genere di storie fantasy? Cosa vi piace di più: le magie, la fuga dalla realtà, le avventure, le storie d’amore eterne?

Tratto da http://www.ilmondodipatty.it/ 14 giugno 2010

domenica 21 novembre 2010

La Via Lattea ha catturato un pianeta di un'altra galassia

Un caso di «cannibalismo galattico»

Intercettata una corrente di stelle di una galassia nana già inglobata a 2 mila anni luce dalla Terra

galassiaMILANO - Gli astronomi hanno scoperto il primo pianeta proveniente da un’altra galassia. Il risultato ottenuto da un gruppo di scienziati europei con il telescopio da 2,2 metri dell’Eso sulle vette di La Silla in Cile. La scoperta, riferita da Science, è importante per due motivi e ha risvolti intriganti. Innanzitutto dopo anni di delusioni nella caccia a pianeti extrasolari appartenenti a galassie che non fossero la nostra Via Lattea finalmente la cattura è arrivata. E ciò grazie a un comportamento di estrema violenza della nostra isola stellare, la quale ha compiuto un atto di «cannibalismo galattico» come lo chiamano gli astronomi.

GALASSIA NANA - Nel cosmo è abbastanza frequente. Così è accaduto che abbia intercettato una corrente di stelle in viaggio nelle vicinanze e che l’imponente forza gravitazione della Via Lattea ha finito per divorare, inglobandole. Esse appartenevano a un galassia nana già «mangiata» dalla Via Lattea tra sei e nove miliardi di anni fa. Il secondo aspetto riguarda la stella (HIP 13044) e il suo pianeta catturati, che si trovano a 2 mila anni luce dalla Terra nella costellazione meridionale della Fornace. Si è infatti scoperto che l’astro-madre è una gigante rossa, cioè una stella alla fine della sua vita che già si è espansa dopo aver bruciato tutto l’idrogeno che la faceva brillare ed ora si alimenta con l’elio rimasto. È quello che succederà anche al nostro Sole fra circa 5 miliardi di anni decretando la morte della vita sulla Terra. Anzi ciò si verificherà molto prima, perché quando la stella muore espandendosi, lancia nello spazio un fiume di particelle e gas che spazzerebbero mortalmente l’ambiente terrestre. Inoltre lo spingerebbero anche più lontano.

FINE - Ora è stato osservato che il nuovo pianeta, simile come taglia e caratteristiche a Giove, è vicinissimo all’astro-madre. Ciò è attribuito all’espansione dell’astro e al suo contenuto effetto di spostamento. In conclusione, non solo si è scoperto il primo pianeta di un’altra galassia, ma si è visto pure nella realtà quello che succederà in futuro al nostro sistema solare. Studiarlo, dunque, è una grande opportunità anche se questo non fermerà l’inesorabile fine: almeno ne conosceremo meglio i dettagli.

(Tratto da Corriere della Sera.it del 18 novembre 2010)

sabato 13 novembre 2010

Convenzione sui Diritti dell’Infanzia



La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia è un trattato che contiene i princìpi guida che gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno accettato di applicare a tutti i bambini. Questo trattato tutela bambini e adolescenti, e soprattutto riconosce loro dei diritti.
La Convenzione è stata approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite (ONU) a New York il 20 Novembre del 1989. L’Italia ha ratificato ( = ha approvato) e reso esecutiva (= ha attuato) la Convenzione.

IL 20 NOVEMBRE 2010 RICORRE IL XXI ANNIVERSARIO DELL’APPROVAZIONE DI QUESTA CONVENZIONE
Il testo che segue è una versione ridotta del documento, il linguaggio è stato semplificato.
·         Si intende bambino ogni essere umano fino a 18 anni.
·         Gli Stati devono rispettare, nel loro territorio, i diritti di tutti i bambini: handicappati, ricchi e poveri, maschi e femmine, di diverse razze, di religione diversa, ecc.
·         Tutti coloro che comandano devono proteggere il bambino e assicurargli le cure necessarie per il suo benessere.
·         Ogni Stato deve attuare questa convenzione con il massimo impegno per mezzo di leggi, finanziamenti e altri interventi. In caso di necessità gli Stati più poveri dovranno essere aiutati da quelli più ricchi.
·         Il bambino ha diritto alla vita. Gli Stati devono aiutarlo a crescere.
·         Quando nasce un bambino ha diritto ad avere un nome, ed essere registrato ed avere l’affetto dei genitori.
·         Il bambino deve poter esprimere la propria opinione su tutte le cose che lo riguardano, anche sulla religione. Quando si prendono decisioni che lo interessano, prima deve essere ascoltato.
·         Il bambino ha diritto di esprimersi liberamente con la parola, con lo scritto, il disegno, la stampa, ecc.
·         Il bambino ha diritto a conoscere tutte le informazioni utili al suo benessere. Gli Stati devono: far fare libri, film ed altro materiale utile per il bambino; scambiare con altri Stati tutti i materiali interessanti adatti per i bambini; proteggere i bambini dai libri o da altro materiale dannoso per loro.
·         Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di violenza.
·         Lo Stato deve assistere il bambino che non può stare con la sua famiglia affidandolo a qualcuno. Chi si occupa del bambino deve rispettare le sue abitudini.
·         Il bambino svantaggiato fisicamente e mentalmente deve vivere una vita completa e soddisfacente. Gli Stati devono scambiarsi tutte le informazioni utili per migliorare la vita dei bambini disabili e devono garantire l’assistenza gratuita se i genitori o i tutori sono poveri. Inoltre bisogna fornire al bambino occasioni di divertimento.
·         Gli Stati devono garantire la salute del bambino con diverse iniziative: fare in modo che muoiano meno bambini nel primo anno di vita; garantire a tutti i bambini l’assistenza medica; combattere le malattie e la malnutrizione fornendo cibi nutritivi ed acqua potabile; assistere le madri prima e dopo il parto; informare tutti i cittadini sull’importanza dell’allattamento al seno e sull’igiene; aiutare i genitori a prevenire le malattie e a limitare le nascite.
·         Ogni bambino deve essere assistito in caso di necessità, di malattia o necessità economica, tenendo conto delle possibilità dei genitori o dei tutori.
·         Ogni bambino ha diritto a vivere bene. Gli Stati devono aiutare la famiglia a nutrirlo, a vestirlo, ad avere una casa, anche quando il padre si trova in un altro Stato.
·         Il bambino ha diritto all’istruzione. Per garantire questo diritto gli Stati devono: fare le scuole elementari obbligatorie per tutti; fare in modo che tutti possano frequentare le scuole medie; aiutare chi ha la capacità a frequentare le scuole superiori; informare i bambini sulle varie scuole che esistono.
·         Gli Stati devono controllare, anche, che nella scuola siano rispettati i diritti dei bambini.
·         L’educazione del bambino deve: sviluppare tutte le sue capacità; rispettare i diritti umani e le libertà; rispettare i genitori, la lingua e la cultura del Paese in cui egli vive; preparare il bambino ad andare d’accordo con tutti; rispettare l’ambiente naturale.
·         Il bambino che ha una lingua o una religione diversa, ha il diritto di unirsi con altri del suo gruppo per partecipare ai riti e a parlare la propria lingua.
·         Il bambino non deve essere costretto a fare dei lavori pesanti o rischiosi per la sua salute. Gli Stati devono approvare delle leggi che stabiliscono a quale età si può lavorare, con quali orari ed in quali condizioni. Devono punire chi non le rispetta.
·         Gli Stati devono proteggere il bambino contro le droghe ed evitare che sia impiegato nel commercio della droga.
·         Gli Stati devono proteggere il bambino dallo sfruttamento sessuale.
·         Gli Stati devono mettersi d’accordo per evitare il rapimento o il commercio di bambini.
·         Nessun bambino deve essere sottoposto a tortura o punizioni crudeli. Se un bambino deve andare in prigione, deve essere per un motivo molto grave e per un breve periodo. In carcere deve essere rispettato, deve mantenere i contatti con la famiglia e deve essere tenuto separato da carcerati adulti.
·         In caso di guerra i bambini non devono essere chiamati a partecipare se non hanno almeno 15 anni.
·         Se il bambino è vittima della guerra, tortura o sfruttamento deve essere aiutato a recuperare la sua salute.
·         Entro due anni dalla approvazione di questa Convenzione, gli Stati devono informare il Segretario Generale dell’ONU, comunicando come l’hanno messa in pratica.
·         Questa Convenzione può essere firmata da tutti gli Stati del mondo.

sabato 6 novembre 2010

MANTOVA L'appello da una seconda media di Castiglione

 

«Salviamo il congiuntivo» Un baby-club in guerra contro i barbari della lingua

«Media e politici imparino l'italiano»


CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (Mantova)- Salviamo il congiuntivo, il modo della possibilità. Prima che sia troppo tardi e faccia (sottolineo faccia) la fine del panda. Proteggiamolo dallo scempio irrispettoso della lingua nostra di troppi presentatori televisivi, giornalisti, uomini politici e chiacchieroni in libertà. Sottraiamo dall'estinzione questo elegante fiore all'occhiello dell'italiano. Combattiamo, se necessario anche strenuamente, il fantozziano «vadi», l'orrendo «facci», il terrificante «venghi» il disinvolto «meglio che vieni subito» in nome, una volta tanto di Dante, Petrarca e Manzoni. Il grido di dolore parte dal SIC, (acronimo di salviamo il congiuntivo) neonato club, istituito «senza scopo di lucro - come predica lo statuto - allo scopo di difendere e diffondere il modo congiuntivo, con l' unico interesse di salvaguardarlo in quanto lo si ritiene fondamentale per comunicare correttamente in lingua italiana e per valorizzare la stessa anche nell' uso corrente». I soci fondatori dell'associazione, che non ha niente in comune con le bizzarrie di altri club, del tipo «Liberiamo i nani da giardino», sono gli studenti della seconda B della media «Beschi» di Castiglione delle Stiviere, impegnati a cercare proseliti anche fuori della scuola. «Si accettano sostenitori di tutte le età e da tutta Italia - spiega Marco Maffeis, biondino di 12 anni, ma già entrato completamente nel ruolo autorevole di vicepresidente del Club - purché condividano (sottolineo condividano) l' obbiettivo e si impegnino (sottolineo impegnino) a usare il congiuntivo correttamente». «Perché - sostengono Marco e i suoi compagni di una classe talmente multietnica che sembra uscita dalla pubblicità di Benetton - il congiuntivo, una volta imparato bene, non lo si dimentica più». Gli aderenti al sodalizio non traggono alcun vantaggio se non quello morale di partecipare alla difesa di qualcosa che da tempo «viene vilipeso, ignorato e rischia di essere dimenticato». Iscriversi è facile, ma sono richiesti alcuni requisiti, dice Marco, come «conoscere il modo congiuntivo dei verbi regolari e irregolari, sapere le regole che ne disciplinano l'uso, ascoltare con attenzione, e qui sta il bello, coloro che parlano per individuare gli errori e correggerli, senza riguardi per nessuno, oltre naturalmente a dare il buon esempio». Per i ragazzi che intendono iscriversi, è necessario superare un piccolo test; per gli adulti si va sulla fiducia, anche se una ripassatina di grammatica e sintassi non farebbe poi male. «Capita ogni giorno in tante interviste che giornalisti e politici dimentichino sistematicamente che in Italia si deve parlare italiano, rispettandone le regole, mentre abbondano i regionalismi».


Tratto e adattato da: (7 gennaio 2007) - Corriere della Sera