martedì 28 dicembre 2010

ALDA MERINI: "Si può essere qualcuno semplicemente pensando"

Alda Merini è stata una grande poetessa della scena culturale italiana. Viveva in condizioni di indigenza (cioè in miseria) - per scelta - tanto che i pasti quotidiani le venivano portati dai servizi sociali comunali. Ha cantato gli esclusi e ha vissuto la malattia mentale.
Alda Merini si è spenta nel 2009. Una grande perdita per la cultura italiana. Ci rimangono, tuttavia, molte sue poesie, che venivano scritte "intingendo il calamaio nel cielo", come era solita dire lei.
Tutti i ragazzi dovrebbero conoscere questa grande poetessa.
Scrivete commenti in base ai sentimenti che vi suscita questa poesia dal titolo "L'albatros" e in base all'interpretazione personale che riuscite a darne.
Che cosa può essere successo a questa donna per scrivere una poesia come questa?
Che cos'é l'albatros?
L'albatros

Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,

qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra, non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.

Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.

Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d'amore.

martedì 21 dicembre 2010

Dormire per strada a -4, un altro clochard morto. Notte d'inverno a Milano coi city angels.

Il corpo di un uomo, un clochard di Milano, è stato trovato privo di vita questa mattina in via Farini, accanto a un supermercato. Il decesso dell'uomo, di circa 50 anni, potrebbe essere stato causato dal freddo. Sul posto il 118 di Milano. Ad accertare la causa esatta della morte sarà l'esame autoptico. Il clochard è stato identificato soltanto attraverso un tesserino dell'Opera San Francesco di Milano, l'Onlus dei frati capuccini che offre assistenza ai poveri, che aveva in tasca.

Dormire, per strada, a -4 gradi. Il freddo penetra nelle ossa, i piedi e le mani diventano insensibili. Se si ha la tempra forte si resiste, battendo i denti. Nei peggiori dei casi, quelli che fanno notizia, si muore. A Milano è successo qualche giorno fa, quando una donna senza tetto, 48 anni, è morta per strada, sbronza. Per capire cosa voglia dire essere invisibili, a Milano, e dormire su un marciapiede con due o tre coperte addosso, abbiamo seguito per una notte i city angels, il gruppo di volontari che da 16 anni, nel capoluogo lombardo, porta cibo, scarpe e vestiti ai clochard.

Il giro inizia alle 21
Si parte dalla sede dell'associazione in via Teodosio. Fuori c'è già un freddo pungente, uno o due gradi sotto lo zero. Il gruppo è formato da sei persone, ognuna di loro usa un nickname per essere individuato: c'è Condor (il caposquadra), Charlie, Onda, Luna, Rock ed Eterea.
Prima tappa a Tonale, dietro la Stazione Centrale, nel magazzino dell'associazione che vive di donazioni spontanee. Bisogna raccogliere più materiale possibile: con il freddo sempre più rigido servono coperte, tante coperte, e giubbotti pesanti, maglioni, pantaloni e scarpe. «Le scarpe – ci dice Charlie – sono il bene più prezioso per i senza tetto: sono il loro unico mezzo di locomozione, si rompono facilmente e spesso se le rubano tra di loro». Davanti al magazzino incontriamo i primi clochard. Giuseppe – il nome è di fantasia – prende un sacco a pelo. «Questo basta per la notte?», gli chiediamo. E lui: «Ma va, ne ho qua un altro, di quelli grossi», ci risponde. Se li farà bastare.

Verso il centro
Fatto rifornimento di tutto il possibile, si parte per il centro di Milano. Senza tetto anche qui? E' sempre Charlie a rispondere: «Ce ne sono veramente tanti che dormono in zona Duomo, durante il giorno diventano invisibili nelle strade dello shopping ma la sera escono fuori, aspettano di dormire sotto i portici che li riparano un po' di più dal freddo».
Alle 22 il furgoncino con cui si muovono i city angels si ferma in una stradina tra il Duomo e San Babila. Ci sono 10-15 persone ad aspettare: aumenteranno nel corso della sosta. Jasser ha bisogno di guanti, Fulvio di due cappotti, Antonio è in fila per il cibo caldo. I city angels distribuiscono panini con carne e formaggio, dolci e the caldo. Una benedizione con la temperatura che sta scendendo.
Un signore che non ci dice il suo nome racconta che lui è fortunato: ha una casa che lo protegge d'inverno ma con 250 euro di pensione al mese non riesce a mangiare né ad avere acqua calda. Racconta di conoscere parecchie persone che dormono sui marciapiedi: «C'è un tipo che vive così da 25 anni, un altro da 12… Così, in strada». E quando c'è molto freddo? «Si mettono sette otto coperte addosso perché con una muori comunque. L'unica cosa bella – conclude amaro –è che se te ne vai per il gelo nemmeno te ne accorgi. Di freddo si muore, punto e basta».
In centro i city angels rimangono più di un'ora e mezzo. Poi dritti a Cesano Boscone, nell'hinterland milanese. Ci sono 7 rom che vivono in due baracche, non hanno nulla.

A Cesano Boscone
Quando il furgoncino arriva, c'è Ana ad aspettarlo. E' intirizzita, ha un cappotto non troppo pesante addosso. Prende le buste che Condor, Luna, Eterea e gli altri hanno preparato. Ringrazia, augura buon Natale, poi ripete «freddo, freddo, i bambini hanno freddo». E non hanno vestiti abbastanza pesanti per riscaldarsi.
Non ne hanno neppure i city angels. Si stringono dispiaciuti nelle spalle, Eterea ha il magone: «Facciamo quello che possiamo ma a volte non basta».
E' notte fonda, la temperatura è arrivata a – 4: si gela anche sul furgoncino, con il riscaldamento acceso. Salutiamo Ana e ci chiediamo che sonno avranno i suoi bambini. La risposta che immaginiamo non ci piace affatto.

Tratto da http://www.ilsole24ore.it/, 21 dicembre 2010

domenica 12 dicembre 2010

"Cosa vuoi fare da grande?" ...."la velina!"


"Cosa vuoi fare da grande?"... risposta... "il poliziotto!" è una frase che ormai non sentiamo più.
Ma come si spiega questa inversione di tendenza così drastica? Si continua a credere che la televisione ci plasmi e che essa cambi il nostro modo di vedere la vita. Come tanti cambiamenti che la società ha vissuto, tra questi c'è anche il desiderio di ottenere un facile successo tramite il piccolo schermo. Gran parte dei bambini sognano di diventare calciatori e di fidanzarsi con la velina di turno. Le bambine sognano di entrare nel mondo dello spettacolo, non più di salvare il mondo o di diventare astronauta. Ma cosa c'è di così attraente nella vita di un vip? Innanzi tutto il facile guadagno (basti pensare alle veline che prendono al giorno circa 400 euro, lo stesso stipendio di un lavoratore in un call center, per non parlare dei compensi delle discoteche per una serata con un avanzo del grande fratello...). 
E' colpa della televisione oppure è quest'ultima a riflettere la perdita dei valori della nostra società? Durante le selezioni per il grande fratello, in migliaia si sono presentati al provino, alcuni erano già in fila dal giorno prima. Una corsa a diventare inquilini nella casa più sognata d'Italia, insomma.... vitto e alloggio gratis!
Da un articolo di Larepubblica.it del 25 marzo 2010
VOGLIO IL MASSIMO, LO VOGLIO SUBITO, LO VOGLIO SENZA SFORZO
Le cose importanti - le cose che danno radicamento e senso ad un'esistenza - non sono in vendita, si conquistano passo dopo passo, lentamente, con costanza e coerenza. La moneta che le paga è la fatica.
Tempo fa ho ricevuto una lettera di una dodicenne. Diceva: "Io vorrei fare la scrittrice e diventare famosa come lei. Mi dica però subito se è una cosa lunga e faticosa perché altrimenti cambio strada".
Queste poche righe racchiudono il senso del nostro tempo più di un trattato di sociologia. Voglio il massimo, lo voglio subito, lo voglio senza sforzo. L'imparare, il crescere, il costruire richiedono, invece, sempre una grande fatica.
Non è forse ciò che impariamo, come cresciamo, cosa costruiamo a definire l'unicità e l'insostituibilità della nostra minuscola esistenza?
Tratto da un'intervista del 2009 a Susanna Tamaro, scrittrice

 

sabato 4 dicembre 2010

MODI DI DIRE: quanti ne sai?

Cari ragazzi,
queste sono due sfide con la S maiuscola, adatte ad alunni veramente validi e intelligenti come voi.
Sapete, nella lingua italiana esistono molti "modi di dire", cioè espressioni che abitualmente utilizziamo per "dire qualcos'altro", lo utilizziamo cioè in SENSO FIGURATO. Facciamo un esempio concreto: l'espressione PRENDERE UN GRANCHIO significa commettere un errore, uno sbaglio. Perchè significa questo?
Questa espressione linguistica trae la sua origini dalla pesca. Se si cala la lenza in mare fino ad arrivare a toccare il fondo con l'amo e l'esca, può capitare che abbocchi un granchio anziché un pesce. Il crostaceo, non appena abboccato, inizia subito a dibattersi violentemente per sganciarsi dall'amo, dando l'impressione al pescatore che abbia invece abboccato una preda di grandi dimensioni.
La pesca di un granchio con la
canna è normalmente fonte di delusione per il pescatore, dal momento che si tratta di una preda inutile, che in certi casi può anche danneggiare la lenza. Da questa delusione generata dall'aspettativa di un pesce di grosse dimensioni, nasce l'origine della frase.
Esempio: "Pensavo fossi tu la persona che cercavo, invece ho preso un granchio. Scusami!"

Divertiamoci ora a cercare i significati di alcuni modi di dire. Buona fortuna!

Sfida n.1 (scegliere almeno due modi di dire, dare una spiegazione e fare un esempio)
Livello difficoltà: alto

CAPRO ESPIATORIO
DARSI ALL'IPPICA
E' UN ALTRO PAIO DI MANICHE
ESSERE AL VERDE
FARE IL PORTOGHESE
FARE L'INDIANO
GALEOTTO FU IL LIBRO
IL GIOCO NON VALE LA CANDELA
LACRIME DI COCCODRILLO
NON RAGIONIAM DI LORO MA GUARDA E PASSA
OGNI MORTE DI PAPA
PERDERE LA TREBISONDA
AVERE IL SANGUE BLU
SENZA INFAMIA E SENZA LODE

SFIDA N. 2 (scegliere almeno due modi di dire e dare una definizione)
Livello difficoltà: medio-basso

avere a cuore
avere il cuore in gola
avere un cuore di ghiaccio
avere un cuore d'oro
colpire al cuore
essere senza cuore
fare qualcosa a cuor leggero
togliersi una spina dal cuore
mettersi il cuore in pace
parlare a cuore aperto
spezzare il cuore
stare a cuore a qualcuno
prendere a cuore
togliersi un peso dal cuore