sabato 19 febbraio 2011

USA: IL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO

Il Primo Giorno del Ringraziamento in un dipinto di Jean Louis Gerome Ferris

Questa storica tradizione risale all'anno 1621. Quando fu effettuato il raccolto nel novembre 1623, William Bradford, Governatore della Colonia fondata dai Padri pellegrini, a Plymouth, nel Massachusetts, emise l'ordine:


« Tutti voi Pellegrini, con le vostre mogli ed i vostri piccoli, radunatevi alla Casa delle Assemblee, sulla collina... per ascoltare lì il pastore e rendere Grazie a Dio Onnipotente per tutte le sue benedizioni. »
I Padri pellegrini, perseguitati in patria per le loro idee religiose, decisero di abbandonare l'Inghilterra e andare nel nuovo mondo, l'attuale America del Nord. 102 pionieri (52 uomini, 18 donne e 32 bambini) imbarcati a bordo della Mayflower, erano arrivati sulle coste americane nel 1621, dopo un duro viaggio attraverso l'Oceano Atlantico, durante il viaggio molti si ammalarono e tanti morirono. Quando arrivarono l'inverno era ormai alle porte, si trovarono di fronte ad un territorio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Pellegrini avevano portato dall'Inghilterra dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori, ma, vuoi per la natura del terreno, vuoi per il clima, la semina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava di riproporsi anche per l'anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani (gli indiani) che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e gli animali da allevare, in specie il granturco ed i tacchini. Dopo il duro lavoro degli inizi, i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. Alla festa i coloni invitarono anche gli indigeni ai quali dovevano molto se la loro comunità aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori gettando le basi per un futuro prospero e ricco di ambiziosi traguardi. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono delle pietanze che divennero tradizione per le feste - in particolare il tacchino e la zucca - insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline.

Nel 1676 il governatore della contea di Charleston, in Massachusetts, aveva deciso di indire un giorno di ringraziamento per la buona sorte di cui godeva la comunità e per celebrare la vittoria contro gli "indigeni pagani", cioè gli stessi nativi americani che avevano accolto e condiviso il territorio con Bradford e gli altri fondatori della colonia di Plymouth.
Nei secoli successivi la tradizione del Thanksgiving si estese a tutto il Paese. Le tredici colonie (i primi stati americani) non celebrarono contemporaneamente il Giorno del ringraziamento fino all'ottobre del 1777, quando ne fu indetto uno per festeggiare la vittoria contro gli inglesi a Saratoga nella guerra per l'indipendenza. Fu George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti d'America, a dichiarare la festa per tutti gli stati nel 1789 proclamando una giornata nazionale di ringraziamento. Molti risero dell'idea, a cominciare da Thomas Jefferson, che da presidente non vi diede alcun seguito. Ma a metà del XIX secolo il Thanksgiving era diffuso nella maggior parte del territorio americano e osservato da tutti gli strati sociali, dai ricchi ai meno abbienti.

Il pranzo
La festa è molto sentita dagli statunitensi, i quali la celebrano preparando pranzi elaborati, il cui piatto principale è il classico tacchino, che viene offerto anche ai vicini di casa e alle persone meno fortunate. Solo negli Stati Uniti, più di 40 milioni di tacchini sono consumati durante il weekend festivo ogni anno.
I tipi di condimento del tacchino sono:
Sulla East coast
nelle zone dell'East coast è tradizione riempire il tacchino di ostriche.
Al sud
nelle cittadine del sud vige invece l'abitudine di condire la carne con la focaccia di granturco, secondo la tradizione del "ciò che si ha, si usa".
Al nord
nel nord degli Stati Uniti il tacchino viene condito con il wild rice, una tipica specie americana.
Tipica del pranzo del Thanksgiving è anche la salsa di ossicocco (mirtillo palustre o cranberry), fatta con bacche fresche o congelate. Un altro piatto tradizionale di questa festività sono per molti le patate dolci, unite a zucchero, spezie e burro, lo yam, o anche la torta di zucca.

Fonte: wikipedia

domenica 13 febbraio 2011

INTERNET, MINORI FUORI CONTROLLO

Di Marco Offredi, 17 gennaio 2011
ROMA - Una giungla, senza confini e senza punti di orientamento. È il mondo di internet, dove spesso a cadere nella rete sono proprio le nuove generazioni, o forse le prime generazioni “digitali”. E la cosa più preoccupante è che nemmeno i loro genitori sembrano rendersi conto della pericolosità di questa situazione. In quest’ottica, le ricerche che fanno luce sul fenomeno di internet non mancano. Destinatari privilegiati i pre-adolescenti e adolescenti: un universo di internauti da cui emerge un dato preoccupante: l’8% di minori tra i 15 e i 17 anni che usa Internet mette in rete proprie foto nude o sexy. Nella rete i giovani pre-adolescenti e adolescenti italiani portano tutto il loro mondo, a 360 gradi. Senza risparmiarsi nessuna esperienza, pur rischiosa: dall’inviare foto e immagini di sé nudi, a uscire con persone conosciute in Internet ad avere rapporti sessuali con qualcuno contattato in rete.
Minori fuori dal controllo dei genitori
Le insidie del web 2.0, assai più evidenti di quelle presenti nella "prima versione" della Rete, dall’adescamento in chat ai furti di identità, rischiano di trovare impreparati ragazzi, genitori e insegnanti. Secondo un’indagine condotta da Microsoft in 11 Paesi europei, Italia compresa, risulta che il 79% dei teenager europei oggi ha almeno una propria pagina su un social network: è evidente quindi che i rischi connessi a questa condizione non sempre trovano un’adeguata "alfabetizzazione digitale” da parte non solo degli utenti, ma anche di chi dovrebbe vigilare su di loro, insegnanti e genitori in testa.

L'adescamento in chat
I rischi maggiori sono legati all’adescamento in chat, che in alcuni casi si traducono in veri e propri casi di violenza. Sul web, in alcuni casi, si ripropongono le stesse dinamiche della vita reale, con le ragazze mediamente "più precoci" dei maschi.
Altro rischio, l’isolamento dal mondo reale: I genitori hanno sostituito la baby sitter o i nonni col computer e i ragazzi finiscono per “navigare” anche fino a 6-8 ore al giorno, in questo modo rischiano di perdere contatto con la realtà e compromettere la loro capacità nei rapporti interpersonali. In base alle ultime ricerche, il 63% dei teenager europei sono stati contattati online da sconosciuti (il 73% in Italia), con il 46% dei ragazzi che, solo spinto dalla curiosità, ha risposto a persone non fidate.


Fonte: www.ilgiornale.it

sabato 5 febbraio 2011

Italia, allarme della commissione Ue. "In Italia, semianalfabeta un 15enne su cinque"


Nei test Ocse-Pisa 2010 (simili all'INVALSI) pubblicati a dicembre, l'Italia fa registrare il 21% di quindicenni "con scarsi risultati in lettura". E i commissari li giudicano a rischio per il loto futuro, sociale e sul lavoro. Un quindicenne su cinque, in Italia, è semianalfabeta. Cioè privo "delle capacità fondamentali di lettura e di scrittura". Questa volta, a certificarlo è la Commissione europea che "per contribuire a risolvere il problema, ha istituito un gruppo di esperti indipendenti con l'incarico di individuare metodi per migliorare i livelli di alfabetizzazione", si legge in una nota della stessa commissione. Le lacune emerse in Lettura rendono per i giovani italiani ed europei "più ardua la ricerca di un lavoro e li pone a rischio di esclusione sociale".


Il gruppo di esperti si è incontrato per la prima volta l'altro ieri a Bruxelles ed è stato presieduto dalla principessa Laurentien dei Paesi Bassi, inviata speciale in tema di "Alfabetizzazione per lo sviluppo" per l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (Unisco). I ministri dell'Ue si sono prefissi l'obiettivo di ridurre a meno del 15 per cento entro il 2020 la percentuale di alunni che riscontrano difficoltà nella lettura, nella matematica e nelle scienze. 


E in Italia, come stanno le cose? Il Belpaese (= l'Italia), per bassi rendimenti in Lettura, è in coda tra i paesi più sviluppati. Nei test Ocse-Pisa 2010 pubblicati a dicembre l'Italia fa registrare il 21 per cento di quindicenni "con scarsi risultati in lettura". Cioè ragazzi "in grado di svolgere soltanto gli esercizi di lettura meno complessi come individuare una singola informazione, identificare il tema principale di un testo, o fare un semplice collegamento con la conoscenza di tutti i giorni". Appena il compito diventa più complesso, cominciano le difficoltà.


Paesi come Danimarca (15,2 per cento), Olanda e Svezia sono molto vicini all'obiettivo del 15 per cento. In altri contesti (come la Finlandia) la percentuale di adolescenti con scarse capacità di Lettura è addirittura al di sotto del 10 per cento. Mentre in Francia (19,8 per cento), Germania (18,5), Regno Unito (18,4), Spagna (19,6 per cento) e perfino Portogallo (17,6 per cento) le cose vanno meglio che in Italia, che supera la media europea di un punto e mezzo. Segno che c'è parecchio da lavorare.


"L'avvio di questo gruppo  -  spiega Androulla Vassiliou, commissario europeo per l'Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù -  segna l'inizio di una campagna europea volta a individuare le cause principali dei bassi livelli di alfabetizzazione. Troppi europei si trovano esclusi dal mercato del lavoro e incapaci di contribuire pienamente alla società poiché non possiedono le capacità fondamentali di lettura e di scrittura. Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi per l'Europa 2020 per una crescita intelligente, dobbiamo agire ora per risolvere il problema, perché solo i giovani potranno creare economie forti e competitive e società sane all'interno dell'Ue."

Tratto da http://www.repubblica.it/ del 03 febbraio 2011

martedì 1 febbraio 2011

ULTIME NOTIZIE: Egitto, due milioni contro Mubarak


IL CAIRO - E' il giorno della "marcia di un milione" oggi in Egitto. Annunciata
ieri dopo i giorni della rivolta e degli scontri di piazza, i manifestanti anti Mubarak
per le strade sono due milioni, secondo quanto riferito da fonti locali. Migliaia
di persone sono in strada.

Intanto il leader dell'opposizione egiziana Mohamed el Baradei ha detto
oggi che le opposizioni respingono qualsiasi dialogo prima che se ne vada il
presidente Hosni Mubarak.

Mubarak «lasci il Paese per evitare un bagno di sangue», e lo faccia
«entro venerdì, giorno battezzato come quello della "partenza"», ha
sottolineato El Baradei, il premio Nobel per la pace divenuto leader
dell'opposizione egiziana.

Sono forse 300 le persone morte nelle proteste in Egitto, ha affermato
oggi a Ginevra l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi
Pillay, citando notizie «non confermate». I feriti potrebbero essere oltre tremila,
centinaia gli arrestati. «Le vittime continuano a salire su base quotidiana, con
notizie non confermate che indicano fino a 300 persone uccise finora, oltre
3mila ferite e centinaia arrestate», ha affermato Pillay.

L'esercito, che ieri ha definito "legittime" le richieste dei manifestanti,
ha promesso che non userà la violenza per reprimere le manifestazioni.

I collegamenti internet restano bloccati in tutto il Paese, l'ultimo fornitore
d'accesso ancora in funzione, il gruppo Noor, è stato bloccato ieri. Il colosso
americano Google ha annunciato di aver messo a punto con Twitter un
sistema che consente di inviare twit senza necessità di collegarsi al web.
Stop anche ai treni, nel tentativo del governo di limitare l'afflusso di manifestanti
al Cairo.

Il presidente egiziano Hosni Mubarak pronuncerà un discorso dopo che
folle immense di persone hanno manifestato oggi per chiedere che se ne vada.
Lo ha riferito la tv satellitare Al Arabiya. Secondo un'anticipazione di Al Arabiya,
il presidente Mubarak nel suo discorso dirà che non si presenterà alle prossime
elezioni e che resterà in carica fino ad allora per rispondere alle richieste emerse
con la protesta.
Martedì 01 Febbraio 2011 - 09:21    Ultimo aggiornamento: 20:11